18.04.2024

Occitania antifascista: il pericolo per la costituzione italiana

Noi dell’Assemblada Occitana denunciamo con forza la deriva sciovinistica che ha avuto inizio in Italia con la vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre della coalizione di destra sovranista, capeggiata dal partito della Meloni (Fratelli d’Italia).

Da quando il governo si è insediato, la presidentessa del consiglio (anche se a lei non piace esser nominata con il sostantivo femminile) ha usato ripetutamente la parola «nazione» in riferimento all’Italia; questo ritorno a termini sciovinisti è dal nostro punto di vista pericoloso.

Denunciamo inoltre la retorica militarista avviata dal governo (anche se al momento solo a gesti, non supportata dai fatti), rimarcata dall’indossare la divisa dell’esercito italiano nella sua visita in Kurdistan (Erbil) e in Iraq (Bagdad).

Il fatto che riteniamo più pericoloso per la lingua occitana è il disegno di legge costituzionale volto a inserire nella carta costituzionale, all’articolo 12, la frase «L’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica, tutti i cittadini hanno il dovere di conoscerla e il diritto di usarla». Come organizzazione occitanista temiamo che questa modifica alla costituzione possa mettere a rischio tutte le conquiste, faticosamente raggiunte, dagli anni ’80 in poi, prima dal Movimenta Autonomica Occitano (MAO) e poi dai gruppi culturali occitanisti, a tutela della lingua occitana. Temiamo in particolare che la legge 482/99, cha ha riconosciuto l’occitano, assieme ad altre 12 lingue come «minoranza linguistica storica», possa essere posta in discussione dalla Corte Costituzionale ponendo definitivamente fine a oltre 20 anni di timidissimi tentativi di valorizzazione della nostra lingua autoctona.

Lo stato francese ha già modificato l’articolo 2 della costituzione francese nel 1992 per aggiungere che «la lingua della Repubblica è il francese». Da allora, questo articolo si utilizza contra tutte le proposte a favore delle lingue minorizzate. Ora un pericolo similare si manifesta nello stato italiano.

Ci appelliamo a tutte le forze politiche e sociali presenti in nelle Valli Occitane —ed in tutta l’Occitania— affinché ripugnino questa proposta di legge e la deriva in atto. Occorre l’unità del popolo occitano per fermare questa deriva.