Édouard HERRIOT
Elogio di Stalin, Atatürk e Pétain, negatore dell’Holodomor, alleato di Laval, difensore dei nazisti e dell’ordine coloniale…
Édouard Herriot era un accademico e una figura politica onnipotente e cumulativa della 3a Repubblica francese. Iscritto al Partito radicale, fu più volte ministro in diversi governi, presidente della Camera dei deputati sotto la Terza Repubblica, poi dell’Assemblea nazionale sotto la 4a.
Fu anche tre volte presidente del Consiglio dei Ministri e uno dei leader del Cartel des Gauches, una coalizione governativa e parlamentare degli anni 1920. Allo stesso tempo, fu l’imbattibile sindaco di Lione per quasi mezzo secolo.
Nonostante tutto questo cumulo di varie funzioni politiche, trovò comunque il tempo di presiedere, a partire dal 1930, l’Associazione francese per lo sviluppo e l’educazione tecnica (AFDET).
Tra le sue rare azioni positive, possiamo citare il suo impegno nel caso Dreyfus a favore del capitano ingiustamente accusato, e la fondazione della sezione di Lione della Lega per i Diritti Umani, un’associazione di cui dimenticherà poi i valori…
Nella sua lunga e ricca carriera politica, ha dimostrato più di una volta cinismo e opportunismo. Le sue numerose imprese d’armi sono le seguenti.
1933 – Negazione della carestia in Ucraina
Durante un viaggio organizzato in URSS, su invito di Stalin, e con l’obiettivo di ottenere un riavvicinamento diplomatico con Mosca, Herriot visitò l’Ucraina nel momento in cui era vittima dell’Holodomor, una drammatica carestia pianificata da Stalin. Accecato e manipolato dalla propaganda sovietica che riuscì a nascondergli la realtà, Herriot tornò incantato dal suo viaggio, dichiarando di non aver visto la carestia in Ucraina e di aver “visto solo prosperità”. In fondo non si lascia certo ingannare, ma ritiene che l’alleanza diplomatica con Mosca sia più importante della vita di milioni di persone vittime della carestia. Essendo autorevole presso l’opinione pubblica, la sua falsa “testimonianza” contribuisce a mettere a tacere durevolmente le voci persistenti e le storie schiaccianti che si sentono sempre di più.
1934 – Elogio della dittatura kemalista in Turchia
Nella sua pubblicazione Orient, che racconta il suo viaggio in Urss, Herriot elogia anche il regime turco “repubblicano e laico” di Mustafa Kemal Atatürk, dittatore omicida responsabile di massacri e pulizia etnica contro le popolazioni armena, greca e poi curda.
1940 – Omaggio al Maresciallo Pétain
Dopo la sconfitta militare francese e l’invasione tedesca, Herriot seguì il governo francese di Vichy e rese omaggio al maresciallo Pétain e alla sua nuova autorità, astenendosi però dal votare per i pieni poteri costituenti. Successivamente, contrariamente agli ultracollaborazionisti, venne messo agli arresti domiciliari e si finse pazzo per sfuggire alla deportazione.
1944 – Supporto per Pierre Laval
Herriot appoggia il collaborazionista Pierre Laval nel suo tentativo di riunire l’ex Assemblea nazionale, con l’accordo del diplomatico nazista Otto Abetz, per impedire il sostegno di Pétain agli alleati e sbarrare la strada ai comunisti e ai gollisti. Alla fine, il piano fallisce e Herriot sperimenta una “deportazione d’oro” a Potsdam dove viene rilasciato dai sovietici.
1946 – Sostegno all’ordine coloniale
Dopo aver insabbiato e tornato alla politica francese, Herriot si oppose alla parità di diritti politici per le popolazioni dell’impero coloniale francese, sostenendo che ciò avrebbe reso la Francia “la colonia delle nostre colonie”.
1953 – Amnistia delle SS
Herriot sostiene il campo alsaziano nel processo di Bordeaux dove vengono giudicate le SS autori dei massacri di Tulle e Oradour-sur-Glane. Tra gli assassini ci sono degli alsaziani definiti “incorporati con la forza”. In nome dell’unità nazionale, e considerando che è più rischioso alienare la ricca Alsazia che il povero Limosino, sostiene il progetto di amnistia che porta alla liberazione delle SS condannate, creando così l’impunità per i crimini contro l’umanità inflitti agli occitani popolazione del Limosino.